1a Lezione di Piemontese
Cari Amici,
pur avendo radici quasi totalmente piemontesi mi capita spesso di non riuscire ad afferrare correttamente il parlato e soprattutto mi è molto difficile leggere qualcosa scritto in questa lingua. Sì, perché il Piemontese viene definito una lingua al pari del francese o dell'inglese. Probabilmente lo sono anche gli altri dialetti italiani; non lo so, magari qualcuno mi può illuminare.
Ecco perché con voi vorrei intraprendere un percorso per imparare un po' di più il Piemontese e condividere delle brevi lezioni che serviranno soprattutto a me per districarmi in questa "lingua" che non è poi così semplice come sembra. Spero di far cosa gradita. Buona lettura. Paolo
Per questa prima lezione si partirà proprio dalla base, dalla pronuncia.
pur avendo radici quasi totalmente piemontesi mi capita spesso di non riuscire ad afferrare correttamente il parlato e soprattutto mi è molto difficile leggere qualcosa scritto in questa lingua. Sì, perché il Piemontese viene definito una lingua al pari del francese o dell'inglese. Probabilmente lo sono anche gli altri dialetti italiani; non lo so, magari qualcuno mi può illuminare.
Ecco perché con voi vorrei intraprendere un percorso per imparare un po' di più il Piemontese e condividere delle brevi lezioni che serviranno soprattutto a me per districarmi in questa "lingua" che non è poi così semplice come sembra. Spero di far cosa gradita. Buona lettura. Paolo
Per questa prima lezione si partirà proprio dalla base, dalla pronuncia.
Principali regole
di lettura
della grafia piemontese
della grafia piemontese
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PRINCIPALI REGOLE DI LETTURA | |||||||||||||||||
Il piemontese si scrive e si legge come in italiano salvo le eccezioni seguenti: | |||||||||||||||||
e |
Si scrive con l'accento solo quando la sillaba
finale è accentata. L'accento è grave quando la e è aperta come nelle parole: cafè (caffè),
bolè (fungo), mè (mio), dontrè (due o tre), rè (re), vintetrè (ventitre).
L'accento è invece acuto quando la e suona chiusa come in: pé (piede), andé (andare), travajé (lavorare), mangé (mangiare), daré (dietro), ciaciaré (chiacchierare), pruché (parrucchiere). | ||||||||||||||||
ë |
È la e semi-muta, che non ha un corrispondente
in italiano come nelle parole: chërde (credere), vëdde (vedere), fërté (sfregare), dësblé
(disfare).
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eu |
Corrisponde al suono eu francese, come nelle
parole cheur (cuore), feu (fuoco), euli (olio), fieul (figlio, ragazzo),
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n |
La n si legge come in italiano se seguita da
vocale. In tutti gli altri casi si legge come la ng inglese in fine di parola.
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n- |
N faucale tipica del piemontese come
nelle parole: cun-a (culla), sin-a (cena), lun-es (lunedì), lun-a (luna), marin-a
(madrina), cusin-a (cugina o cucina), sman-a (settimana).
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ò |
Corrisponde esattamente alla o
italiana, come nelle parole: fòrt (forte), tòr (toro), còl (collo o
colle), vòlta (volta), fòra (fuori).
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o |
Si legge come la u italiana, come nelle parole:
sol (sole), col (quello), ors (orso), orìja (orecchio), tor (torre),
bocin (vitello).
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s |
Può suonare sorda o sonora
(come rispettivamente nelle parole italiane sapone e rosa).
Suona sempre sorda all'inizio di parola: sol (sole), savon (sapone), sapa (zappa), saba (sabato), sant (santo), soffia (soffitta), subié (fischiare). Suona altresì sorda se preceduta da consonante: fòrsa (forza), sensa (senza). Suona sempre sorda quando doppia: plissé (pellicciaio), lassé (lasciare), ross (rosso), pass (passo), siass (setaccio), cassul (mestolo), spatuss (lusso), assion (azione), përtuss (foro). Suona sonora tra due vocali: reusa (rosa), cheuse (cuocere), pasié (pacificare), aso (asino), basé (baciare). Suona sonora se singola in fine di parola: vos (voce), pas (pace), vas (vaso), cas (caso). | ||||||||||||||||
u |
Si pronuncia come la u francese: uss (uscio),
bur (burro), muraja (parete), mul (mulo), curt (corto), furb (furbo). Fa
eccezione il dittongo au non accentato e i gruppi qu e gu: aut (alto), causset
(calza), taula (tavolo), guardé (guardare), quader (quadro), guèra (guerra).
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v |
Davanti a una consonante dentale si pronuncia u
italiana: gavte (lévati), giovnòt (giovanotto), davzin (vicino).
In fine di parola tronca è quasi sempre semivocalica come la w inglese: luv (lupo), diav (diavolo), giov (giovane), euv (uovo). Talvolta non si sente quasi, tanto che può essere omessa: tovaja (tovaglia), rova (ruota), avuss (aguzzo), spluva (scintilla). | ||||||||||||||||
z |
Sempre pronunciata come s sonora: zanzara
(zanzara), zanziva (gengiva), monze (mungere), zabò (zoccolo di legno).
Non esiste in piemontese un suono simile alla z italiana.
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a me piace molto, mio padre lo parla, nonostante sia veneto. ma ho sempre apprezzato le persone che lo parlano. anche i giovani. i dialetti andrebbero tramandati, io però so il siculo e il veneto, il piemontese lo capisco, ogni tanto mi scappa qualche parola, ma non posso dire di saperlo parlare...quindi diffondetelo voi che lo conoscete!!!!! arv'zza! nè
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