Crolla la fiducia: i torinesi bocciano Fassino e Cota

A quanto pare non si ha più fiducia in nessuno; nè a destra nè a sinistra. Paolo

 TRATTO DA LA STAMPA

Piero Fassino e Roberto Cota

Comune, Regione, governo: deludono tutti 

Il 55 per cento è insoddisfatto del sindaco

ANDREA ROSSI
torino
Fossimo a scuola verrebbe a malapena concesso l’esame di riparazione. Di sicuro l’umore dei torinesi non è dei migliori. La fiducia in chi li amministra - a tutti i livelli non è mai stata così bassa. Il senso di insoddisfazione è cocente. I voti, in media, bassi: 4,6 a Fassino, il migliore, ed è tutto dire; 3,8 a Cota; 3,9 a Monti. Nessuno si salva.

La ricerca
Ricordate quel banchetto allestito in piazza San Carlo lo scorso 19 maggio? Pochi giorni prima era caduto il primo anniversario della vittoria di Piero Fassino alle amministrative. E l’associazione IdeexTorino, presieduta dall’ex sindaco Castellani, già attiva prima del voto nel sondare le aspettative dei torinesi, ha deciso di stilare un bilancio parziale. Le interviste sono diventate un sondaggio vero e proprio, elaborato dalla società Kkienn Connecting. L’associazione ha voluto rilevare il gradimento degli elettori torinesi su tre livelli: l’amministrazione cittadina, regionale e nazionale. Come è andata? Male. Il 55 per cento è convinto che l’operato della giunta Fassino sia sostanzialmente negativo. Si poteva esprimere un voto da 1 a 10; più della metà non si è spinta oltre il 5. Peggio è andata al presidente della Regione: l’operato di Cota lascia insoddisfatto il 65 per cento dei torinesi. Un po’ meglio il presidente del Consiglio Mario Monti, sgradito al 63 per cento del campione. «Emerge chiara la sfiducia verso le istituzioni che sembra prescindere da ogni valutazione di contenuto», spiega Castellani. «Tra tutti, quello che paga meno dazio è il sindaco di Torino. Amministrare è molto complicato. Serve tempo e pazienza perché si vedano i risultati. Ma in questo momento le persone di pazienza ne hanno poca».

Le opinioni sulla città Buona parte dell’indagine si concentra su Torino. Il livello di soddisfazione si ferma al 24 per cento, mentre per il 15 per cento non si va oltre una risicata sufficienza. Sul giudizio pesano una serie di fattori: gran parte dei torinesi si dice semplicemente delusa, senza argomentare più di tanto. Gli altri si concentrano su questioni specifiche: il decoro urbano (pulizia e cura delle strade), il Welfare (troppi tagli, soprattutto alle fasce deboli), la mobilità (qualità e costo dei trasporti), le politiche fiscali (aumento delle tasse e Imu), la sicurezza, il sostegno all’occupazione. Chi è soddisfatto mette in evidenza altri fattori: un giudizio positivo sull’amministrazione in generale, sugli eventi organizzati (culturali, sportivi, sociali), sul miglioramento dell’immagine della città e dei servizi offerti e, particolare non trascurabile (12 per cento) sulla continuità con le giunte Chiamparino.

Da Nord a Sud
I ricercatori ne sono rimasti colpiti: tra Nord, Sud e centro non c’è differenza. Il livello di disillusione oscilla tra il 54 e il 55 per cento. Segno che l’insoddisfazione nasce da una visione d’insieme più che da specifiche problematiche legate ai diversi quartieri. Nell’area Sud, però, la percentuale di persone realmente soddisfatte cresce sensibilmente: si passa dal 18 per cento dell’area Nord al 23 di centro e zone semi centrali fino al 35 della zona Sud.

Disillusi e pentiti
Che cosa succederebbe se si tornasse a votare oggi? IdeexTorino l’ha chiesto agli elettori intervistati, scoprendo che il 57 per cento di chi ha scelto Fassino un anno fa gli riconfermerebbe la fiducia, il 25 per cento ha cambiato idea e voterebbe in modo diverso, mentre il 18 non sa. E c’è un 14 per cento di persone che, pur giudicando insufficiente il lavoro della giunta, la voterebbe di nuovo, mentre il 20 per cento di chi è soddisfatto o considera sufficiente l’operato, voterebbe diversamente. «Il risultato mostra un disagio nei confronti della politica di cui chiunque amministri la cosa pubblica deve tener conto», ragiona Igor Boni di IdeexTorino. «Sbaglia chi crede che si possa continuare a ragionare come un anno fa; bisogna dare risposte credibili».

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