Giornata mondiale dell'acqua: inquinamento e disservizi nelle città

CAPE TOWN, 22 MARZO - Si celebra oggi, 22 marzo, la Giornata mondiale dell’acqua promossa dalle Nazioni Unite. Istituita nel 1992 nell’ambito della Conferenza di Rio, la Giornata dell’acqua viene celebrata ogni anno a partire dal 1993. Il tema di quest’anno è l’acqua nelle città: “Water for cities:responding for the urban challenge”.

“La sfida dell’acqua urbana deve essere riconosciuta per quello che realmente è – afferma il sottosegretario delle Nazioni Unite Joan Close - una crisi di governance, politiche inadeguate e cattiva gestione, piuttosto che una crisi dovuta alla scarsità della risorsa”.

L’allarme lanciato dall’Onu interessa sia l’accesso all’acqua potabile da parte delle popolazioni che vivono nelle città, sia l’incremento dell’inquinamento di quelle stesse acque. Il processo di inurbamento non si è accompagnato ad un adeguato e generalizzato miglioramento delle condizioni di vita. Sono circa 3,3 miliardi le persone che vivono attualmente nelle città, ma, tra questi, un abitante su quattro non ha accesso a strutture igienico sanitarie adeguate. Il 27% della popolazione dei paesi in via di sviluppo non ha accesso alla rete idrica nella propria abitazione. Alla carenza di servizi si aggiunge la cattiva gestione delle reti idriche urbane che ogni anno contano perdite d’acqua fino al 50%. Secondo i dati forniti dall’Onu, questo vuol dire perdere ogni anno tra i 250 e i 500 milioni di metri cubi d’acqua.

Al centro delle preoccupazioni delle Nazioni Unite anche l’inquinamento dell’acqua, dovuto non solo allo scarico dei rifiuti nei corsi d’acqua, ma anche all’assenza, in molte parti del mondo, di sistemi di trattamento delle acque reflue. Nei paesi considerati in via di sviluppo circa il 90% delle acque reflue viene riversato nei mari, nei fiumi e nei laghi. Acque inquinate che vengono poi utilizzare per irrigare circa 20 milioni di ettari di terra.

Nell’ambito delle celebrazioni di questa giornata un allarme per l’Italia è stato lanciato dalla Coldiretti. Secondo l’organizzazione il 70% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico (frane o alluvioni) a causa dei cambiamenti climatici. “Il vero problema dell’Italia – si legge in un comunicato – è l’alternarsi di periodi di siccità con quelli di pioggia intensa su un territorio reso fragile dal rapido processo di urbanizzazione”

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